Intervista a Igor Glushkov, Cantante Lirico con la passione per la Cucina

“Quasi parallelamente al mio studio dell’arte musicale, cresceva in me la passione per l’arte culinaria. Probabilmente è stata mia nonna, cuoca di professione, a trasmettermi questo amore, e proprio cucinando mi sento pienamente realizzato come artista.”

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Raccontaci di te, Igor…

La mia storia italiana inizia nel 1996, quando ho lasciato la mia patria, la Russia, per studiare Musica Sacra a Roma. Lì ho conseguito il Magistero in Canto Gregoriano e ho avuto l’onore di eseguire il Salmo Responsoriale in San Pietro durante la Messa Papale.

Dopo il conseguimento del Magistero, la Diocesi di Verona mi ha proposto di svolgere il ruolo di cantore-salmista nella Cattedrale della città, quindi, trasferitomi a Verona, ho deciso di frequentare contemporaneamente al Conservatorio la facoltà di Canto Lirico e all’Università la facoltà di Lettere e Filosofia. Successivamente, superate le audizioni, sono entrato a far parte dell’organico per le stagioni estive del Coro della Fondazione Arena di Verona.

Quasi parallelamente al mio studio dell’arte musicale, cresceva in me la passione per l’arte culinaria. Probabilmente è stata mia nonna, cuoca di professione, a trasmettermi questo amore, e proprio cucinando mi sento pienamente realizzato come artista. Eseguire una ricetta di un gustoso piatto della tradizione, rivisitandola in base alle mie idee, per me equivale a un pianista o a un cantante che, preso lo spartito di un grande compositore, cerca di eseguirlo applicandovi il proprio talento.

Perché fare un Corso di Cucina Professionale?

Secondo il mio modesto parere, l’arte culinaria ha pieno diritto di rientrare nell’elenco delle arti maggiori. Anche per questo mi definisco un artista, non solo per i titoli acquisiti, ma anche e soprattutto per l’indomabile desiderio di creare nuove opere o reinterpretare le opere del passato, che siano musicali o culinarie.

Ho trovato il corso DIEFFE in Internet e mi sono subito iscritto. Il costo, le materie, le lezioni in aula, le lezioni in laboratorio e le tante ore di stage mi hanno incuriosito e stimolato. E dopo aver terminato il corso mi sono sentito pienamente soddisfatto di quanto appreso nel percorso didattico proposto.

Oggi mi ritrovo pieno di nuove conoscenze, nuove idee, sogni da realizzare…

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Dove hai svolto lo stage?

Ho effettuato lo stage nella Trattoria “Tre Marchetti” e la definirei come una fase memorabile del percorso.
Lo Chef di “Tre Marchetti”, bravissimo nel realizzare i piatti della tradizione veneta, mi ha guidato dall’inizio alla fine, insegnandomi il mestiere. Con il proprietario del ristorante, Matteo Barca, ci conosciamo dagli anni dell’Accademia per Cantanti Lirici dove eravamo compagni di classe. Non poteva mancare un “O, Sole Mio” cantato in due dentro la sua Trattoria.

La tua opinione sulle lezioni dei nostri professionisti?

Le tecniche trasmesse dallo Chef Leonello Valbusa mi hanno permesso di eseguire straordinari piatti della cucina italiana. Ho imparato a realizzare le ricette più difficili con facilità. Ricordo quando il prof. entrava in cucina e, indossando la sua divisa, trasmetteva la sicurezza, calma e serenità di un grande professionista. Era un vero Capo. Nessuna difficoltà veniva lasciata irrisolta: “Leggete bene la ricetta. Cosa c’è scritto?” – ripeteva Valbusa e poco dopo “Lavorate di fantasia”. Proprio così. Un codice deve essere decifrato e interpretato e lo Chef ci spronava a farlo.

Poi toccava alla lezione di imprenditorialità del prof. Alberto Scudier. Nei primi tempi riuscivo a capire poco di una materia così innovativa, ma l’interesse cresceva da una lezione all’altra, perché il prof. ci incuriosiva sempre di più con il suo incoraggiamento. Sentivo dentro di me una voce che diceva: “Si può fare!”. Così è nato il progetto di Mediatore Gastronomico. Le conoscenze di storia e l’amore per la tradizione mi hanno dato una spinta per la realizzazione di un business plan di sicuro successo.

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All’esame finale hai presentato il tuo Progetto Imprenditoriale, di cosa si trattava?

Il mio progetto “Ruslan” (nome di un cavaliere delle antiche fiabe russe) è un blog di mediazione gastronomica dove il cuoco diventa una guida, un interprete che svela attraverso i piatti la cultura russa e la cultura italiana in entrambe le lingue.

Per i lettori russi racconto le meraviglie della cucina italiana, non limitandomi solo all’esecuzione delle ricette ma soffermandomi anche sulla storia dei piatti, sulle materie prime, sulle aziende che le producono e sul territorio. Principalmente presento piatti veronesi, vista la mia presenza e conoscenza del territorio.

Ai lettori italiani racconto la cucina russa nelle sue numerose tradizioni, senza limitarmi a una determinata etnia. Anche la ristorazione sociale risalente al tempo sovietico ha diritto di entrare a far parte della cucina russa. Per questo includo i piatti tanto amati di quel periodo. Inizierò dai piatti più tipici, più conosciuti, per avviare un discorso che andrà sempre più in profondità nella storia e nella tradizione.

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